La ministra del Lavoro, Yolanda Díaz, ha spiegato che l’obiettivo principale è garantire la sicurezza dei lavoratori durante eventi climatici estremi, permettendo loro di restare a casa in situazioni di allerta. Per emergenze prolungate, sono previste ulteriori riduzioni di orario tramite meccanismi già presenti nel diritto spagnolo. Díaz ha sottolineato che il provvedimento, ispirato al modello canadese, rappresenta un passo avanti nella regolamentazione del lavoro in un contesto di crisi. Di fronte al negazionismo climatico promosso da alcune frange politiche di destra, il governo spagnolo rimane fermamente impegnato nella promozione di politiche verdi e sostenibili, ha ancora spiegato. L’introduzione del congedo climatico segue le accuse mosse a diverse aziende che, durante l’allerta rossa del 29 ottobre, avevano obbligato i propri dipendenti a recarsi sul luogo di lavoro. Queste hanno giustificato la propria decisione, sostenendo che gli avvisi sono arrivati troppo tardi. La gestione dell’emergenza ha scatenato un acceso scontro politico tra il governo progressista e l’opposizione conservatrice, guidata dal presidente regionale di Valencia, Carlos Mazón, accusato di aver allertato troppo tardi la popolazione in merito al pericolo imminente. Il premier Pedro Sanchez, che ha promesso 2,3 miliardi di euro in aiuti per ricostruire le aree devastate, portando il totale degli stanziamenti a 16,6 miliardi di euro, ha affermato che il tragico evento è stato causato dall'innegabile cambiamento climatico. Da parte sua, il ministro dell’Economia, Carlos Cuerpo, ha avvertito che entro il 2050 i costi legati ai disastri climatici potrebbero raddoppiare, sottolineando l’urgenza di politiche preventive, vista anche la frequenza con cui si manifestano fenomeni meteorologici estremi.
M.N.
Ricerca