Foto: MMC RTV SLO

La Procura di Palermo ha chiesto gli arresti domiciliari per l'ex presidente della Regione siciliana Salvatore Cuffaro, il deputato di Noi moderati Saverio Romano e altre 16 persone, accusate di associazione a delinquere, turbativa d'asta e corruzione.

Cuffaro e Romano sono coinvolti in un'inchiesta su appalti pilotati. Coinvolti anche diversi funzionari pubblici. A Cuffaro è stato inoltre notificato un decreto di perquisizione.
I carabinieri del Raggruppamento Operativo Speciale-Ros hanno notificato l'invito a comparire davanti al gip per l'interrogatorio preventivo: solo all'esito di questa fase il giudice valuterà se accogliere o meno la richiesta cautelare. Per il parlamentare Saverio Romano, l'eventuale misura richiede il passaggio dell'autorizzazione a procedere.

Nel registro degli indagati, oltre a Totò Cuffaro e Saverio Romano, risultano indicati funzionari pubblici e imprenditori. Secondo l'impostazione accusatoria, ancora da comprovare, gli indagati avrebbero avuto ruoli differenti in un presunto sistema di condizionamento delle procedure di gara.

Cuffaro, oggi alla guida della Nuova Dc, ha già scontato una condanna definitiva a sette anni per favoreggiamento aggravato e rivelazione di segreto d'ufficio; la sentenza è divenuta definitiva nel 2011. Ha lasciato il carcere nel 2015 e nel 2023 ha ottenuto la riabilitazione, con l'estinzione delle pene accessorie. Romano era stato indagato per concorso esterno in associazione mafiosa e nel 2012 è stato prosciolto dal gip con la formula dell'insufficienza di prove. Tali vicende pregresse non implicano alcuna correlazione automatica con le attuali ipotesi, che restano da accertare nelle sedi competenti.

Lo stesso Cuffaro ha dichiarato: "Massima collaborazione e fiducia nella magistratura. Stamani mi hanno notificato un avviso di garanzia e hanno effettuato perquisizioni nella mia abitazione e in ufficio. Ho fornito ai carabinieri la massima collaborazione e sono sereno, rispetto ai fatti che mi sono stati contestati, per alcuni dei quali non conosco né le vicende né le persone. Sono fiducioso nel lavoro degli organi inquirenti e pronto a chiarire la mia posizione".

Davide Fifaco