Foto: MMC RTV SLO/Foto: Pixabay

In aula non era presente nessuno dei quattro accusati e nemmeno la principale accusatrice, una studentessa italo-norvegese, all'epoca diciannovenne, che denunciò di aver subito violenze, la notte tra il 16 e il 17 luglio del 2019, nella villetta della famiglia Grillo a Porto Cervo.

Oltre a Ciro Grillo, inflitti 8 anni di reclusione anche ad Edoardo Capitta e Vittorio Lauria, 6 anni e 6 mesi invece a Francesco Corsiglia.
Il collegio ha riconosciuto ai quattro le attenuanti generiche e deciso una provvisionale di 10mila euro da liquidare alle parti civili per Ciro Grillo, Lauria e Capitta, di 5mila euro invece per Corsiglia. Quest'ultimo è stato condannato per stupro di gruppo ma assolto dall'accusa di aver molestato l'amica della studentessa italo-norvegese prendendo e diffondendo le foto a fondo sessuale scattate mentre la ragazza dormiva sul divano nella villetta della famiglia Grillo.

Il procuratore di Tempio Pausania, Gregorio Capasso, aveva chiesto una condanna a 9 anni per tutti gli imputati.
Enrico Grillo, avvocato difensore di Ciro Grillo ha affermato: "Siamo molto delusi, ribadiamo il fatto che siamo convinti della nostra innocenza. Proseguiremo nei gradi di giudizio successivi. Aspettiamo i motivi della sentenza e poi ovviamente proporremo appello. Non ci aspettavamo questa sentenza".

L'avvocata della studentessa italo-norvegese, Giulia Bongiorno, ha invece dichiarato: "Come ha reagito la mia assistita quando le ho comunicato la sentenza? È scoppiata in lacrime, lacrime di gioia, piangeva e mi ringraziava".

Bongiorno ha quindi aggiunto: "Questa sentenza ha un forte valore per tutte le donne. Quando a una ragazza si fanno migliaia di domande e si dice che, se a qualcuna risponde 'non ricordo' significa che dice falso si potrebbe temere di non essere creduti, ma noi avevamo una certezza. Quindi dico a tutte le donne di denunciare".

Ciro Grillo e i tre amici, nonostante la condanna non entreranno immediatamente in carcere. La sentenza è infatti di primo grado e non è ancora definitiva. La legge italiana prevede che l'esecuzione della pena avvenga solo dopo il passaggio in giudicato, cioè quando siano esauriti i gradi di giudizio successivi; fino a quel momento, gli imputati rimangono a piede libero e potranno continuare a difendersi in appello e, se necessario, in Cassazione.

Davide Fifaco