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Dopo aver superato gli ultimi ostacoli, Israele, Hamas, Stati Uniti e Qatar hanno firmato l'intesa a Doha sulla tregua a Gaza e il rilascio degli ostaggi con un giorno di ritardo. Secondo un funzionario israeliano, la questione degli ostaggi è stata risolta ieri in serata, in seguito il presidente del partito ultraortodosso Shas ha accettato tutti i dettagli concordati.
Un funzionario americano ha intanto fatto sapere che dopo l'annuncio dell'intesa c'è stato disaccordo sulla lista finale dei prigionieri palestinesi che dovranno essere liberati. Il movimento estremista ha infatti chiesto di scambiare diversi nomi sulla lista con i leader militari del gruppo che stanno scontando molteplici ergastoli. Ci sono quindi volute altre ore prima che l'accordo fosse ufficialmente firmato.
Rimane invece aperta la questione politica nel governo di Tel Aviv: due ministri di estrema destra sionista hanno minacciato di dimettersi, l'opposizione si è invece offerta di venire in soccorso al premier, Benjamin Netanyahu, garantendo che gli fornirà una "rete di sicurezza" per approvare l'intesa.
Secondo quanto riporta Channel 12, oggi sarà solo il gabinetto di sicurezza ad esprimersi riguardo l'accordo di tregua e rilascio degli ostaggi, Netanyahu infatti intenderebbe far votare i ministri del suo governo solo domani. Quando l'approvazione sarà completata, l'Alta corte di Giustizia avrà ancora 24 ore di tempo per esaminare eventuali ricorsi prima di dare l'OK finale all'applicazione dell'accordo che entrerebbe quindi in vigore lunedì, proprio il giorno dell'insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca. Una notizia che avrebbe provocato l'ira l'amministrazione di Joe Biden.