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Prime ore da Papa per Leone XIV. Il secondo Pontefice nella storia della Chiesa arrivato da oltre oceano, che unisce nella sua storia il nord ed il sud del continente americano con una visione aperta e cosmopolita della Chiesa e del mondo. E proprio forse questa sua caratteristica ha fatto sì che le preferenze dei cardinali elettori convergessero sul suo nome.

Un uomo "rivolto all’incontro più che allo scontro", così è stato definito Prevost da alcuni esperti subito dopo la sua elezione, per sottolineare le sue indubbie capacità di conciliatore. “Voglio che voi camminiate con me, perché siamo la Chiesa”, ha detto l’erede di Pietro questa mattina nell’omelia, che ha tenuto durante la messa officiata con i cardinali.

Un bergogliano dai toni più pacati, che, da subito, parlando ai fedeli ha voluto rendere chiaro che il suo pontificato sarà rivolto a promuovere la pace ed a costruire ponti dentro e fuori la Chiesa. Una Chiesa che deve essere “un faro che illumina le notti del mondo”, attraverso la santità dei suoi membri e non grazie alla sua ricchezza o potenza materiale, ha sottolineato con forza Leone XIV.

Un papa missionario, che ha invitato i cardinali a fornire risposte ai grandi quesiti posti dalla società moderna, partendo proprio dalle parole e dalla vita di Gesù, un outsider, che seppe parlare agli uomini senza paura, ma che davanti al pericolo e alla persecuzione fu lasciato solo da molti. Un discorso contro l'ideologia del "superuomo", che pone l'attenzione sulla necessità di confrontarsi con l'ateismo, cercando di riportare in auge i valori cristiani.

Un moderato, Leone XIV, che avrà il difficile compito di portare avanti l’unica potenza che allo stato attuale sembra avere realmente a cuore il bene globale, mentre il mondo è sempre più travolto da egoismi e da particolarismi nazionali, anche all’interno delle istituzioni ecclesiastiche.

Barbara Costamagna