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Le bevande energetiche sono poco adatte a bambini e adolescenti, perché gli ingredienti più comuni si trasformano in una combinazione ben studiata che influenza l'umore, la funzione muscolare e quelle cognitive. In breve: questa miscela interagisce con il nostro cervello, e non sempre in modo positivo, anche per l'elevato contenuto di zucchero, significativamente maggiore rispetto alle bevande analcoliche tradizionali, con le quali sono spesso associate anche per esigenze di marketing. Come ha avvertito Urška Blaznik dell'Istituto Nazionale di Sanità Pubblica (NIJZ), i produttori cercano spesso di creare l'impressione che sia del tutto normale mangiare un panino e bere una bevanda energetica come spuntino ogni giorno, peraltro a prezzi accessibili a tutti. E senza limitazioni, un paradosso se si pensa che una tazza di caffè contiene dai 50 ai 70 milligrammi di caffeina, mentre due decilitri e mezzo di un qualunque energy drink ne contengono 80 o anche di più. Blaznik ha inoltre messo in guardia dalla diffusione dell'utilizzo fra le ragazze, che spesso utilizzano queste bevande per sopprimere l'appetito. Le conseguenze, però, non sono da ignorare, poiché aumentano i problemi di sonno così come la probabilità di disturbi di salute mentale, sovrappeso e di sviluppo di malattie legate a un eccesso di zuccheri. Secondo gli esperti bisogna intervenire perché non solo è in aumento il consumo tra i giovani, ma si sta abbassando il limite d'età, per questo in autunno partirà una campagna di cui i giovani non solo saranno i destinatari, ma anche co-creatori dei contenuti. Perché non bastano i divieti, serve promuovere consapevolezza e partecipazione.

Valerio Fabbri