
Invece di una crescita del 2,1% l'Umar prevede ora un rafforzamento dell'attività economica dello 0,8%, a causa dei prezzi dei prodotti alimentari, riflesso dell'inflazione, ovvero della perdita del potere d'acquisto, che viaggia al 3%. E le previsioni negative non si fermano al 2025, perché quelle per il prossimo anno sono anche peggiori. Secondo il rapporto trimestrale sull'aggiornamento delle previsioni, la crescita rallentata nella prima metà dell'anno è dovuta a un netto calo delle esportazioni, e nonostante qualche segnale di ripresa, anche nel contesto internazionale, l'incertezza rimane elevata. Un indicatore negativo per Lubiana è la diminuzione del volume della produzione, peggiorato più della media dell'Unione europea. Qualche variazione significativa e positiva si è registrata negli investimenti e nei consumi privati, con dati migliori che, come hanno spiegato gli economisti dell'Umar, costituiranno la base per la preparazione delle proposte di bilancio per i prossimi due anni. La crescita dell'anno corrente sarà pertanto trainata dai consumi interni, in particolare da quelli delle famiglie, sostenuti da un livello di occupazione relativamente elevato e da una crescita salariale accelerata. Al netto di tutti i numeri, però, le variazioni del Pil nominale sono molto contenute, nonostante la notevole variazione della crescita di quello reale. In altre parole, rispetto alle previsioni il volume del Pil è inferiore di 28 milioni di euro, a dimostrazione dell'impatto negativo dell'inflazione sulle stime economiche così come sulla vita reale.
Valerio Fabbri