
"L'obiettivo primario della Banca Centrale Europea è quello di stabilizzare l'inflazione a lungo termine e da questo dipenderanno anche le future decisioni del direttivo". Lo ha confermato il vicegovernatore della Banca di Slovenia, Primož Dolenc, all'indomani della riunione della BCE che ha deciso di mantenere invariati i tassi di riferimento. Dolenc ha ricordato che a giugno l'inflazione nell'Eurozona è stata del 2 percento, in lieve aumento rispetto all'1,9 di maggio, mentre in Slovenia il costo della vita su base annuale è cresciuto dall'1,8 al 2,2 percento. Si tratta comunque di oscillazioni che non preoccupano, spesso dovute a fattori stagionali. Nell'Eurozona il clima economico resta positivo, con una crescita relativamente robusta; nel primo trimestre il PIL è aumentato dello 0,6 percento in termini reali, meglio delle previsioni. A contribuire è stato anche un aumento delle esportazioni, in attesa dell'introduzione di dazi statunitensi che potrebbero frenare questo andamento. Al contempo la crescita economica è stata supportata dai consumi privati e dagli investimenti. Resta in ogni caso un clima di incertezza a causa delle annunciate tariffe dell'amministrazione Trump. Negli ultimi giorni si è parlato di un possibile accordo, con una tariffa al 15 percento come per il Giappone - contro il 30 percento minacciato da Trump. L'UE si prepara comunque ad affrontare vari scenari, anche di fronte a un esito negativo dei negoziati.
Ieri, come detto, la BCE ha lasciato i tassi d'interesse invariati, dopo una sequenza di otto tagli iniziata nel giugno 2024. L'inflazione è in linea con l'obiettivo del 2 percento. "L'economia si è dimostrata resiliente anche dopo i precedenti tagli dei tassi" ha commentato la presidente, Christine Lagarde. Ha aggiunto che "i rischi per la crescita economica restano orientati al ribasso", notando che nell'attuale contesto di scontro sui dazi "l'incertezza sta rendendo le imprese caute negli investimenti".
Delio Dessardo