Foto: BoBo

Lubiana sta considerando un possibile coinvolgimento in future missioni di mantenimento della pace in Ucraina, ma ha posto condizioni ben precise. Il Ministro della Difesa Borut Sajovic, oggi a Zagabria per incontrare il suo omologo Ivan Anušić, ha dichiarato che il Paese, pur volendo contribuire, lo farà solo con "determinate limitazioni." La posizione ufficiale, ribadita dall'ufficio del Primo Ministro, è che la Slovenia non parteciperà a nessuna coalizione il cui scopo sia l'invio di truppe in zone di crisi senza un chiaro mandato dell’ONU o di un'altra organizzazione internazionale riconosciuta, oppure al raggiungimento di un accordo unanime tra i membri dell'Unione Europea. Pertanto, qualsiasi impegno militare sloveno nel Paese invaso dipenderà strettamente dalla precedente stipula di una tregua o dalla firma di un trattato di pace. Sajovic ha ribadito che la Slovenia desidera collaborare, con l'auspicio che un'intesa venga raggiunta al più presto. Questo approccio emerge a seguito dell’incontro della "coalizione dei volenterosi" tenutosi ieri a Parigi, a cui il premier Robert Golob ha partecipato in videocollegamento. In tale occasione, il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato che 26 paesi si sono impegnati a fornire garanzie di sicurezza all'Ucraina. Queste, lo ricordiamo, prevedono modalità di intervento diverse: alcuni Nazioni contribuiranno inviando soldati via terra, mare o aria per assicurare la stabilità, mentre altre si impegneranno a rafforzare l'esercito ucraino.

Alessia Mitar