Foto: MMC/Maja Ikanović

Anche la Slovenia si sta preparando per affrontare un possibile scenario caratterizzato da rischi di licenziamenti nell'industria a causa della crisi economica. Il più esposto in questo frangente sembra essere il settore automobilistico, dove le ordinazioni cominciano a diminuire drasticamente, determinando condizioni più restrittive. Recentemente lo ricordiamo la società Mahle, presso Nova Gorica, specializzata nella realizzazione di componenti per veicoli elettrici, ha annunciato il taglio di centinaia di posti di lavoro, a causa del calo delle richieste in Europa; una decisione a sorpresa, che ha allarmato i sindacati, i quali speravano in provvedimenti più contenuti, come la riduzione dell'orario di lavoro settimanale.
Secondo un sondaggio della Camera dell'artigianato il 68 percento delle aziende nel settore auto sta pensando a licenziamenti, da qui la richiesta al governo di venire incontro con una serie di provvedimenti tampone. Dal Ministero del Lavoro hanno fatto sapere che uno schema di intervento e' pronto, ma che la sua attuazione non e' prevista prima del nuovo anno, in quanto sono ancora in corso trattative con l'Unione Europea sui tempi dell'entrata in vigore. Il presidente della sezione di Maribor della Camera dell'artigianato, Marko Gorjak, ritiene che il ricorso alla cassa integrazione dovrebbe essere immediato, per tutelare quadri professionali sui quali si è investito per anni con grandi sforzi economici; "se li perdiamo – avverte - sarà impossibile sostituirli". Anche i sindacati chiedono l'adozione di misure, ma la chiave è definire le condizioni per entrare nel sistema e l'importo del risarcimento per il dipendente in cassa integrazione, dice il rappresentante sindacale Jakob Počivavšek.

Delio Dessardo