Dopo la decisione di Wärtsilä di non rinnovare i contratti di solidarietà, e dare quindi il via alla procedura di licenziamento per 300 lavoratori, Governo italiano e Regione annunciano azioni legali. Il ministro Urso intende agire per recuperare gli incentivi e i contributi statali concessi alla società negli ultimi 10 anni. Domani i sindacati hanno convocato un’assemblea dei lavoratori.
Dopo un incontro con la dirigenza di Wärtsilä, i sindacati hanno annunciato che sono stati fatti “dei passi in avanti” per trovare un accordo sugli ammortizzatori sociali. I contratti di solidarietà scadono a fine anno e finora l’azienda aveva proposto un rinnovo di tre mesi contro i sei chiesti dalle organizzazioni dei lavoratori.
Presentate oggi al circolo della Stampa di Trieste le proposte elaborate da Cgil, Cisl, Uil e Assostampa del Friuli Venezia Giulia per potenziare le convezioni che regolano l’offerta di programmazione in sloveno e friulano. È necessario, è stato detto, un salto di qualità per l’informazione nelle lingue minoritarie e la creazione di un vero e proprio network transfrontaliero in grado di offrire informazione di qualità a tutta l’area
Mentre a Gorizia e Nova Gorica si celebrerà l’avvio della Capitale europea della Cultura 2025, sabato prossimo manifestazioni sindacali e politiche attraverseranno il centro di Trieste. Molte sigle sindacali hanno aderito alla manifestazione a difesa del comparto industriale nell’area di Trieste in programma la mattina, mentre nel pomeriggio è previsto un corteo di Trieste Pro Patria in vista del Giorno del Ricordo.
È andato a favore dei sindacati e dei lavoratori della Wärtsilä l'esito della prima battaglia giudiziaria sulla chiusura della produzione di motori nell'impianto di Bagnoli della Rosandra annunciata dal gruppo finlandese. Il giudice del lavoro del tribunale di Trieste ha accolto il ricorso avanzato dai sindacati contro la procedura, condannando anche l'azienda a un risarcimento.
La Camera di Commercio della Slovenia ha preso in esame la proposta di contratto collettivo per il settore privato formulata dai sindacati e spedita, qualche giorno fa, ai datori di lavoro. Dopo una pima lettura ha evidenziato che le proposte di retribuzione sono molto alte e non rappresentano una base reale per i negoziati. Il contratto collettivo è importante in quanto regolerebbe i diritti e i doveri di tutti i dipendenti del settore privato. Corrado Cimador.
I sindacati italiani hanno organizzato oggi una la prima iniziativa della "settimana di mobilitazione per il lavoro". Una manifestazione si è svolta a Roma in piazza Santi Apostoli, dove sono intervenuti anche i leader nazionali di Cgil, Cisl e Uil. In primo piano la crisi dell'Ilva e di Alitalia.
Ha provocato immediate reazioni da parte della politica e dei sindacati in Italia la comunicazione del prossimo licenziamento di 97 dipendenti l'azienda di logistica Transnova, che lavora per il gruppo Stellantis. Per i lavoratori non c’è possibilità di accesso alla cassa integrazione o ai contratti di solidarietà: richiesta dal centro sinistra la presenza del gruppo che fa capo alla famiglia Agnelli al tavolo convocato martedì a Roma.
Il governo ha aggiornato il dibattito sulla ripresa dei negoziati con i sindacati del pubblico impiego, interrotti a primavera, dopo le dimissioni dell'allora premier Cerar. Sindacati che insistono su un loro ruolo attivo per definire la politica salariale Delio Dessardo
Nuovo appello dei sindacati costieri per la regolarizzazione dei lavoratori interinali che prestano la loro opera nei terminal del Porto di Capodistria attraverso agenzie specializzate. Lara Drčič
I lavoratori delle Poste italiane stanno protestando in tutta la penisola contro il progetto del governo che prevede la messa sul mercato di un terzo delle azioni del gruppo. Un presidio si è svolto anche a Trieste. In mano allo stato rimarrebbe solo un terzo del pacchetto, con la perdita del controllo di un servizio fondamentale per il paese, e probabili ricadute, dicono i sindacati, sulla rete delle filiali e sull’occupazione.
Dopo la decisione del governo italiano di rinviare di altri tre anni la messa a gara delle concessioni balneari, anche la regione Friuli Venezia Giulia ha deciso di bloccare tutto in attesa delle indicazioni di Roma. Il nuovo stop all’applicazione della direttiva europea è stato però criticati dai sindacati che chiedono la messa a gara delle concessioni, canoni adeguati e tutele per i lavoratori.