
Una vittoria che non lascia spazio a discussioni e che rivela anche come la destra a Monfalcone possa vincere a mani basse anche senza la candidatura di Anna Maria Cisint. La Città dei Cantieri da oggi ha un nuovo sindaco, Luca Fasan, assessore uscente, che ha vinto al primo turno sfiorando quasi il 71 per cento dei consensi, una quota che non supera, ma va molto vicina a quella ottenuta da Cisint nella scorsa tornata elettorale.
Una vittoria netta frutto, ha detto Fasan subito dopo aver ottenuto la certezza del risultato, del lavoro svolto in questi nove anni di amministrazione di Monfalcone e, ha spiegato, della scelta consapevole dei cittadini, che hanno guardato al di là degli schieramenti e scelto programmi e persone.

“Speravo in un buon risultato, anche se non di questa portata – ha detto il neo sindaco circandato dai sostenitori che stavano facendo partire la festa-: avevo delle certezze grazie a quello che ho potuto percepire in questi giorni di campagna elettorale, ho avvertito un affetto incredibile ovunque io andassi. Anche quando banalmente andavo a fare la spesa, avevo persone che non avevo neppure mai visto che mi fermavano e mi abbracciavano, quindi era chiaro che c'era questo apprezzamento nei miei confronti. Questi numeri però non possono non stupirmi: io pensavo che già un ottimo risultato potesse essere 60-65 per cento e vedere oltre il 70 mi rende veramente felice, ma mi fa sentire ancora di più la responsabilità e l’impegno che porterò avanti con dedizione, in continuità con quanto abbiamo già fatto. I cittadini questo hanno sempre voluto e questo avranno: una città che dovrà continuare a crescere, una città che dovrà continuare ad investire sulle proprie imprese, con una visione che noi abbiamo dimostrato di avere e che ci porterà lontano”.
Ho sempre fatto parte di questa città: solo chi conosce la città nel suo intimo può avere titolo per poterla governare”.
Essere il nuovo sindaco, ha aggiunto, “è una grandissima emozione”. “Questa città l'ho vissuta da quando sono arrivato qui dalla Lombardia, l’ho vissuta prima come giovane studente, poi come imprenditore e come cittadino, all'interno delle associazioni di categoria e poi ovviamente in amministrazione per nove anni e adesso come sindaco. Spesso mi fermavano le persone per strada e mi raccontavano le loro cose, ma io le conoscevo già, perché ho sempre fatto parte di questa città. Solo chi conosce la città nel suo intimo può avere titolo per poterla governare”.
Fasan non ha ancora fatto anticipazioni sulle nuova giunta, “che dovrà unire la competenza alla passione” ma di certo ci sarà un ruolo per Anna Maria Cisint, che, da sindaca, lo aveva nominato assessore, e che intende continuare a dare il proprio apporto alla gestione della città.
Dobbiamo essere coscienti di avere il compito di fare opposizione senza sconti e assolutamente incalzante, perché, in questi nove anni, non uno dei problemi che la destra ha promesso di risolvere è stato risolto".
Continuità ci sarà, ha poi spiegato Fasan, anche nei rapporti con la comunità islamica. “Noi con la comunità islamica abbiamo sempre e comunque dialogato – ha detto – e per quanto mi riguarda io dialogo con tutti, però per dialogare bisogna essere in due, ovviamente non può essere unilaterale il dialogo. Io manterrò ovviamente aperte tutte le porte per il dialogo, però mi raccomando il rispetto delle regole. Anche da questo punto di vista ci sarà una continuità che, per quanto mi riguarda, sarà esattamente come quella che abbiamo avuto fino ad oggi”.

La vittoria di Fasan ha lasciato ben poco spazio al centro sinistra e al candidato sindaco Diego Moretti del Pd, che ha raccolto poco più del 26 per cento. “Pensavamo a un risultato migliore – ha commentato guardando le cifre nella sede del Pd, dove regnava un'atmosfera scoraggiata -: è comunque un piccolo miglioramento rispetto al 2022, ma ci aspettavamo almeno di arrivare a un 30 per cento”.
Moretti però non concorda con chi sottiolinea come la vittoria degli avversari sia maturata anche senza la candidatura di Anna Mari Cisint: “Non era candidata sindaco, ma la sua presenza è stata costante e pesante”. “Lei stessa negli ultimissimi giorni ha detto ‘io non mollo Monfalcone’ e questo evidentemente ha dato in qualche modo ancora una forza al centro destra, che comunque vede una forte presenza delle due liste, Lega e Lista Cisint, la presenza di Forza Italia e di Fratelli d'Italia è residuale. Si ripropone un po' lo schema del mandato passato”.

“Oltre a ringraziare gli elettori e per la fiducia che ci hanno dato, dobbiamo essere coscienti di avere il compito di fare opposizione senza sconti e assolutamente incalzante, perché, in questi nove anni, non uno dei problemi che la destra ha promesso di risolvere è stato risolto, per cui io credo che ci sia ancora spazio. Il lavoro che ci aspetta sarà enorme, rispetto alla ricostruzione di una proposta politica per la città che vada oltre la paura che la destra ha evocato”.
È rimasto fuori dal Consiglio comunale Bou Konate, l’ingegnere di origine senegalese che aveva presentato una lista composta interamente da immigrati. Su 24 seggi dell’assemblea cittadina, 18 saranno occupati dal centro destra e solo sei dal centro sinistra, così come già accaduto nella scorsa legislatura. Dopo il voto di oggi però si rafforza l’asse Lega- Lista Cisint, (La lista dell’ex sindaca è rimasta stabile al 24 per cento mentre la lega ha quasi raddoppiato i voti rispetto al 2022, passando dal 16 al 31 per cento), che hanno conquistato ben 14 seggi e potrebbero governare anche senza gli alleati. In flessione invece Forza Italia (dall’8 al 5,7 per cento) e Fratelli d’Italia (dal 12,3 al 9,7).
Vittoria del centro destra, pur non con queste cifre, anche a Pordenone, dove Alessandro Basso sostenuto dal centro destra, ha ottenuto più del 53 per cento contro il 36 di Nicola Conficoni del centro sinistra, assicurandosi il passaggio al primo turno.
Alessandro Martegani